Cyberbullismo

Il fenomeno del bullismo si è di recente trasformato ed adattato ai cambiamenti tecnologici che coinvolgono le modalità comunicative dei giovani. Il bullismo oggi include forme di aggressività che si realizzano e vengono perpetrate tramite l’uso di cellulari, videofonini ed altre forme di comunicazione tecnologica. Tra gli applicativi più usati troviamo e-mail, Istant Messaging (IM), newsgroup, social network (ad es. Myspace, Facebook),Sms, Chat.

Per cyberbullismo si intende una forma di prevaricazione volontaria e ripetuta, attuata attraverso un testo elettronico (sms, mms, immagini, foto o video clips, chiamate telefoniche, e-mail, chat rooms, Istant  Messaging, siti web), agita contro un singolo o un gruppo con l’obiettivo di ferire e mettere a disagio la vittima di tale comportamento che non riesce a difendersi. Il cyberbullismo può essere considerato per certi aspetti una nuova forma del bullismo tradizionale, una sua evoluzione naturale; per altri un fenomeno a sé stante con caratteristiche proprie legate soprattutto alla specificità dello strumento usato. Gli elementi che vanno a definire un’azione come un atto di bullismo devono essere rivisti e rivisitati alla luce delle caratteristiche della comunicazione in ambiente virtuale.

Il teppista informatico è noto come griefer (guastafeste), snert (“Snot-Nosed Rude Teenager”, cioè un moccioso adolescente maleducato ed egoista), cheese player        (sfruttatore di bug dei videogiochi), twink ( seccatore), cyber bullo o bullo hi-tech.

È l’equivalente quindi del bullo che agisce nel mondo reale, trovando divertente ridicolizzare e importunare gli altri. Le azioni che commette solitamente sono: deridere gli altri, in particolare i principianti detti anche newbie (neofita della rete); ostacolare i compagni di squadra nei Role Playing Game; utilizzare un linguaggio volgare; imbrogliare; bloccare ingressi; molestare una determinata persona.

I cyberbulli non hanno il coraggio di colpire la vittima guardandola negli occhi, ma restano nascosti ed invisibili, insinuandosi, ossessionando, pubblicizzando ed infilandosi dentro le case, violando ogni intimità della persona. Non usano coltelli, non danno calci né pugni, non rubano merende, portafogli e cellulari ma amano agire escludendo, deridendo, tormentando, rubando confidenze o identità, facendo scherzi e spargendo maldicenze. Il bullo fantasma arriva così a violare la persona e la sua dignità, rimanendo serenamente a casa seduto dietro ad uno schermo, sottovalutando probabilmente la gravità del danno che sta arrecando.

Una risposta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *