Le “opportunità rischiose” della rete: la situazione europea sull’uso di internet da parte dei minori

Il 7 febbraio 2012 è il giorno del Safer Internet Day, un’iniziativa europea dedicata alla promozione della sicurezza online. In attesa di questo giorno vi riporto un resoconto sommario della ricerca europea condotta da EU Kids Online. Il progetto di ricerca mira a ricostruire ed analizzare le pratiche d’uso di internet e le esperienze sul piano delle opportunità e dei rischi online da parte dei minori e dei loro genitori, con lo scopo di promuovere un ambiente virtuale sicuro per i minori. Per maggiori informazioni potete trovare la ricerca completa sul sito EU Kids Online

La ricerca di EU Kids Online
• La rete EU Kids Online ha condotto in 25 paesi europei una ricerca dettagliata su un campione di utenti di internet dai 9-16 anni; 25.142 bambini con i rispettivi genitori sono stati intervistati nel 2010.
• Scopo della ricerca era quello di fornire dati empirici per sostenere i diretti interessati nel loro sforzo di massimizzare i benefici della rete e minimizzare il rischio di avere esperienze negative online.

Essere connessi è un elemento profondamente radicato nella vita dei bambini
• L’uso di internet è sempre più individuale, privato e mobile: gli utenti dai 9-16 anni passano in media 88 minuti online al giorno.
• Il 49% va online nelle loro camere, il 33% si connette tramite cellulare o dispositivi portatili. L’87%  utilizza internet a casa, il 63% a scuola.

Non tutti ne traggono benefici
• I bambini si differenziano per le attività a cui si dedicano e per quelle che svolgono online, ma solo pochi riescono a sfruttare a pieno le potenzialità e opportunità della rete.
• Il 44% fra i 9-16 anni afferma che “ è vero che in internet ci sono molte cose utili per bambini della mia età”, sebbene i bambini più piccoli siano meno soddisfatti delle possibilità che internet offre (il 34% dei bambini fra i 9-10 anni).
• La disuguaglianza in termini di competenze digitali persiste in base allo stato socioeconomico, l’età e al genere, perciò sono necessari sforzi per superare queste disuguaglianze. Una soluzione parziale è quella di migliorare gli strumenti e le interfacce per gli utenti.

I rischi e le opportunità online vanno di pari passo
• Gli sforzi per aumentare le opportunità possono anche aumentare i rischi. Viceversa gli sforzi per ridurre i rischi possono limitare anche le opportunità dei bambini. E’ importante quindi trovare un giusto compromesso che riconosca le esperienze online a tutto tondo fatte dai bambini.
• Le “opportunità rischiose” permettono ai bambini di sperimentarsi online con le relazioni, l’intimità e l’identità. Queste esperienze sono fondamentali per crescere e consentono di imparare a conoscere e ad affrontare il mondo adulto.
• Ma le opportunità rischiose sono legate alla vulnerabilità e alla resilienza dei bambini e dipendono sia dai contenuti online che i minori possono trovare, sia dai bambini stessi e dalle  loro situazioni personali.
• I siti di social network (SNSs) consentono ai minori di comunicare e divertirsi con i loro amici, ma non tutti hanno le competenze digitali per gestire la privacy e i dati personali. Inoltre molti bambini fra i 9-12 anni sono iscritti a SNSs anche se sono al di sotto del limite di età consentito (il 20% è iscritto a Facebook e il 38%  ad altri social network).

La mediazione dei genitori può aiutare
• I genitori riconoscono che è importante navigare insieme ai loro figli e utilizzano diverse modalità di navigazione, a seconda dell’età del bambino. Tuttavia alcuni genitori, anche con figli piccoli, ritengono non sia importante navigare insieme; inoltre ci sono alcuni bambini che non vogliono navigare insieme ai genitori.
• In generale i bambini vedono positivamente l’interesse dei propri genitori verso le loro attività online, anche se un terzo dichiara di non ascoltare sempre quello che i genitori dicono loro sull’uso di internet. I genitori che impongono più restrizioni hanno figli che incontrano online meno rischi e pericoli, ma al contempo anche meno opportunità.

I bambini incontrano online una serie di rischi
• Il 12% dei bambini fra i 9-16 anni afferma di esser stato infastidito o turbato da qualcosa visto online, ma la maggior parte dei bambini dichiara di non avere problemi ad andare online.
• L’esposizione a immagini sessuali avviene offline così come online, ma per certi bambini e in certi paesi la possibilità di incontrare immagini a sfondo sessuale è molto più elevata in internet; i bambini che si connettono tramite un mezzo personale hanno visto con più facilità immagini sessuali o ne hanno ricevute.
• La metà dei bulli virtuali dichiara di essere bulli anche nella realtà e la metà delle vittime di cyberbullismo sono vittime anche del bullismo tradizionale. Inoltre, fra coloro che hanno compiuto atti di cyberbullismo, quasi la metà ne sono stati a loro volta vittime.
• Il 50% dei ragazzi fra gli 11-16 anni trovano molto più facile essere se stessi in internet: ciò spiega perché il 30% ha contatti virtuali con persone che non hanno mai incontrato di persona. Ma solo il 9% ha incontrato di persona qualcuno conosciuto online e solo pochi sono rimasti turbati dall’esperienza.
• La preoccupazione generale, soprattutto quando si parla di bambini, si focalizza di solito sulla pornografia, il sexting, il bullismo e l’incontrare sconosciuti. Ma ci sono altri pericoli che preoccupano i bambini, compresi molti adolescenti, e sono legati soprattutto ai contenuti creati dagli utenti stessi.

Si deve distinguere tra correre il rischio e il farsi male
• I bambini più grandi, con maggior consapevolezza delle proprie capacità e in cerca di sensazioni, che svolgono più attività online e con maggiori problemi psicologici, incontrano più rischi online di tutti i bambini.
• I bambini più piccoli, con minore consapevolezza delle proprie capacità, che svolgono meno attività online o hanno minori competenze e con maggiori problemi psicologici considerano i rischi che si possono incontrare online più dannosi e traumatizzanti.
• E’ importante sia sostenere la capacità dei bambini ad affrontare da soli la situazione, sia  costruire la resilienza dei cittadini digitali. Solitamente i bambini dicono a un amico, seguito da un genitore, quando hanno visto in internet qualcosa che li ha turbati, attuando una serie di strategie per risolvere il problema, sebbene queste non sempre funzionino e alcuni bambini finiscono con il rassegnarsi.

I paesi si possono suddividere in quattro categorie
•  Uso di internet più basso, rischio più basso: Austria, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Italia, Ungheria
•  Uso più basso, qualche rischio: Irlanda, Portogallo, Spagna, Turchia
•  Uso elevato, qualche rischio: Cipro, Finlandia, Olanda, Polonia, Slovenia, UK
• Uso elevato, rischio elevato: Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Lituania, Norvegia, Romania, Svezia; i paesi dell’est Europa sono meglio definiti come “nuovo uso, nuovo rischio”
• La stratificazione socio-economica, la struttura normativa, le infrastrutture tecnologie e il sistema educativo insieme modellano i rischi online che può correre il bambino.
•  L’elevato utilizzo di internet in un paese è raramente associato con un basso livello di rischio; viceversa un alto livello di rischio è raramente associato a uno scarso utilizzo di internet. In tutti i paesi, maggiore è l’utilizzo maggiore è il rischio.

Conclusioni
•  La ricerca si conclude sfatando i dieci miti sui bambini e i rischi online
• Offre inoltre una serie di raccomandazioni basate su prove ai governi, alle industrie, genitori, educatori, associazioni e ai minori stessi.

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